L’evoluzione dei sistemi di rating

Nel corso del tempo le funzioni del rating sono accresciute in sintonia con il generale sviluppo del risk management. Come ricordano De Laurentis e Maino (2010), il rating fatica a rendere compatibili finalità “che sono spesso disallineate e addirittura contrapposte, con conseguenti rischi di distorsioni nello sviluppo dei sistemi e nelle applicazioni”.

Ne deriva che uno strumento oramai indispensabile a definire i profili valutativi delle imprese e della clientela quale il rating bancario deve essere oggetto di continui aggiornamenti.

In tale prospettiva, lo studio dell’algoritmo da cui origina il merito creditizio (secondo lo Standardised Approach e Internal Ratings-Based Approach) da assegnare alle entità che si avvicinano al credito deve ricevere una continua attenzione da parte della dottrina economico-aziendale, con la finalità di configurare uno strumento utile sia alla completa valutazione delle imprese sia a garantire le parti coinvolte nel rapporto banca-impresa. I provvedimenti di riforma dell’architettura regolamentare (Basilea 3 e, ancora prima, di Basilea 2) si occupano della problematica inerente la valutazione del merito creditizio delle imprese con l’obiettivo di garantire la stabilità del sistema bancario e il rapporto banca-impresa.

L’affinamento delle informazioni quantitative e andamentali così come l’accoglimento di dimensioni immateriali (reputazione, immagine, fiducia, ecc.) nel modello del rating lasciano intravedere alcuni cambiamenti nel rapporto banca-impresa ed etica-finanza che necessitano di nuovi studi e continui approfondimenti.